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CON L’UOMO AL CHIUSO LA NATURA SI È RISVEGLIATA

Aggiornamento: 28 gen 2021

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Il lockdown ha senza dubbio determinato un arresto di tutte le attività dell’uomo ma ha portato, anche, una vera e propria boccata di ossigeno al pianeta. Nelle prime settimane di quarantena la natura si è riappropriata dei suoi spazi, si è osservato un cielo limpido sulla pianura padana cosi come nelle citta più industrializzate della Cina. Le industrie si sono fermate, gli aeri hanno smesso di volare, così come le automobili di circolare, e la natura ne ha tratto un gran beneficio; i livelli di inquinamento si sono abbassati, le emissioni di gas serra sono diminuite di circa 1 miliardo di tonnellate tra marzo e aprile. Sulla rivista “Geophysical Research Letters” sono riportati le variazioni di diossido di azoto, un gas altamente reattivo ed irritante per i polmoni, calati in media del 40% sulle città cinesi e dal 20% al 38% in Europa occidentale e USA, rispetto allo stesso periodo del 2019. I piccoli risultati raggiunti durante la quarantena spingono, dunque, a delle riflessioni: le azioni singole non bastano più, servono mobilitazioni collettive, impegni e sacrifici di tutti gli Stati. Il buco dell’ozono, apertosi nel 2020 sull’Antartide, si è finalmente chiuso dopo che nei mesi precedenti aveva assunto dimensioni da record che avevano preoccupato gli scienziati.

“Lo ha affermato la “World Meteorological Organization”, spiegando che il buco nello strato di ozono che protegge la Terra dai raggi ultravioletti ha raggiunto la dimensione record di 24,8 milioni di chilometri quadrati lo scorso settembre.”

La chiusura, invece, risale al 28 dicembre, quando il buco più grande mai misurato si è finalmente chiuso. Alla chiusura del buco nell’ozono al di sopra dell’Antartide ha contribuito un vortice polare molto forte che ha causato una costante diminuzione delle temperature alle altitudini in cui si trova lo strato di ozono, prevenendo anche l’arrivo di aria ricca di ozono che ha favorito la chiusura della breccia. Anche il mare ne ha tratto beneficio. Sono state condotte analisi su 457 stazioni marine di prelievo. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha detto che "Il nostro impegno ora è fare sì che questi standard di qualità siano mantenuti nella costruzione di una nuova normalità green". In alcuni tratti del ponente ligure la visibilità della colonna d'acqua arriva fino a 15 metri di profondità, rispetto ai 10 metri delle precedenti stagioni. Aumentata la trasparenza anche in diverse località del Lazio mentre nelle acque della Campania è diminuito significativamente anche l'inquinamento acustico. L'Arpa regionale ha verificato come l'assenza in mare di imbarcazioni, e ancor più degli idrogetti, abbia influito sul comportamento di molti animali marini. Un quadro su cui ha influito non solo l'assenza delle attività umane, ma anche la scarsità delle piogge e particolari fattori meteo-climatici che hanno rilasciato in mare una quantità minore di solidi sospesi. Sulla presenza di metalli, fitofarmaci, solventi e altre sostanze legate alle attività produttive, oltre che i principali parametri chimici, correlabili con gli apporti organici riversati in mare (come fosforo e azoto che influiscono significativamente sulle condizioni trofiche e sono una delle cause di alterazione delle acque marine costiere), il monitoraggio ha rilevato una minore quantità di nutrienti rispetto agli anni passati. I cinque nuclei subacquei della stessa Guardia Costiera hanno eseguito 24 missioni, finalizzate a verificare lo stato della flora e della fauna, soprattutto nelle aree di maggior pregio naturalistico quali le aree marine protette. Mentre il Comandante Generale delle Capitanerie di porto, Ammiraglio Giovanni Pettorino, ha evidenziato la sinergia operativa "che permetterà di operare in futuro in maniera ancor più efficace per proteggere e tutelare l'ambiente marino e costiero". Il “risveglio” più entusiasmante si è osservato tra gli animali selvatici. Molte specie sono state avvistate in ambienti urbani: si è cercato di capire se si trattasse di animali la cui presenza non è in realtà una novità in alcune aree (per esempio, i cinghiali a zonzo per alcune città italiane non sono infrequenti), oppure di un reale effetto del lockdown, spiega Raoul Manenti, primo autore dello studio. A Venezia si è avvistato un cavalluccio marino nuotare libero in un canale d’acqua, in altri centri cervi attraversare strade e giardini, lupi gironzolare liberamente. Molti animali selvatici non solo si sono “allargati” esplorando nuovi habitat, quelli che prima erano a esclusivo uso umano, ma hanno anche aumentato le loro attività. Tutto questo è un gran regalo per l’uomo che si è comportato davvero male con la natura. Gli alberi come ben noto assorbono anidride carbonica e rilasciano ossigeno, elemento fondamentale per il nostro organismo e la nostra respirazione. Da parte sua l’uomo non fa altro che provocare inquinamento, incendi, disboscamenti, dall’altro la pandemia protegge la natura stessa, sta facendo rinascere foreste, rinvigorire gli alberi, sta scandendo le stagioni. Si osserva un paradosso incredibile, l’uomo chiuso tra le sue pareti e la natura che va avanti per una nuova vita, che riconquista la sua bellezza incontaminata. C’è voluto un virus per vedere nuovi paesaggi, nuovi colori scintillanti, nuove fragranze. Ora sta all’ uomo capire in che mondo vuole vivere.


Tommaso Vairo

Erika Mazzei

Beatrice Bianco

Aurora Egiziano

Gabriele Fedele

Lorenzo Imperato

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