Trasformare il Coronavirus in una sorta di pensiero ossessivo, ricorrente al punto da banalizzarne il significato, il triste potenziale, l’incidenza e la portata, è quanto inevitabilmente si rischia nella trattazione di questo devastante  fenomeno pandemico, che anche nell’immaginario collettivo si è gradualmente modificato, a sua volta contagiato  e contaminato anche nel significato. [continua]

“Voci” è un titolo che spacca e amplifica. E’ subito piaciuto. Incuriosisce e predispone all’ascolto, al confronto e, in questo caso, alla lettura. Perché questo vuole essere un giornale che “parla” e che va oltre le mura scolastiche, soprattutto in questo periodo storico che ci impone di restare “confinati”. Si “naviga” soprattutto attraverso i monitor, stando a casa, tra mura comunque affettive. Ma la voglia di uscire, ritrovarci in classe e di riabbracciarci è giustamente forte. [continua]

Non sono mai abbastanza, le voci. Ed è sempre un evento straordinario, da salutare con gioia, l’innalzarsi di una nuova voce, soprattutto quando è la voce di chi ci insegna a guardare il mondo con occhi nuovi. Avremo molto da imparare, noi adulti da questa esperienza, come spesso avviene nel rapporto quotidiano con i nostri ragazzi, e non c’è modo migliore, per non invecchiare dentro, che frequentare i loro ideali e le loro speranze. [continua]

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