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Quando diventi un fantasma nella tua città

Aggiornamento: 27 gen 2021

La metafora della pandemia nel brano dei Rolling Stones, Living in a ghost town


Fantasmi. Ecco ciò che siamo diventati durante la pandemia da coronavirus. Tutti i nostri sogni, le nostre vite piene di progetti e incontri da respirare e cari da abbracciare si sono dissolti in un “Alt” forzato, non voluto. È ciò che è stato descritto brillantemente e in modo metaforico da una delle band musicali più famose e longeve al mondo nel brano Living in a ghost town dei Rolling Stones, gruppo rock britannico. Il singolo è il primo brano inedito della band dal 2012. Si aspettava da tempo, infatti, un nuovo album. Ed eccolo qui, un brano scritto da Mick Jagger e Keith Richard se registrato a Londra, in pieno isolamento. Questo il testo, quasi una profezia più che una poesia: « I’m a ghost Living in a ghost town.Once this place was humming/And the air was full of drumming/The sound of cymbals crashing/Glasses were all smashing/Trumpets were all screaming/Saxophones were blaring/Nobody was caring if it’s day or night» (Sono un fantasma che vive in una città fantasma. Una volta questo posto canticchiava / E l’aria era piena di tamburi. Il suono dei piatti che sbattevano. I bicchieri che si spaccano. Le trombe che strillavano. I sassofoni a tutto volume. A nessuno importava se era giorno o notte) .

Il videoclip, girato durante il periodo del lockdown per Covid, mostra città vuote. Tutto è fermo ed immobile e cosa strana, ma reale, nessuno circola in città. Nessuno è in circolazione. Tutto sembra proiettato in un altro tempo. Un tempo che nessuno avrebbe immaginato potesse vivere.

Il testo dice anche «la vita era così bella / poi siamo stati tutti rinchiusi / sentendoci come dei fantasmi / che vivono in una città fantasma»(life was so beautiful/. Then we all got locked down /feel a like ghost / living in a ghost town). Si parla del rimpianto per una città piena di vita, piena di musica, gente, ed ora avvolta nell’angoscia e nel silenzio che fa più chiasso della solitudine.



Il video è girato a presa diretta e scorre veloce, quasi un controsenso con il tempo dilatato e fermo del lockdown. La canzone vuole significare la metafora dell’esistenza umana: non siamo mai contenti di quello che siamo. Il titolo del brano si riferisce alle città mostrate, senza abitanti né persone in circolazione. Come spiega Keith Richards degli Stones, il brano sembra una profezia: «Più di un anno fa a Los Angeles avevamo pensato di tenere questo brano per un nuovo album, poi è scoppiato il caos e insieme a Mick abbiamo deciso che questa canzone doveva essere lavorata adesso e così eccola qui, Living in a Ghost Town. State bene».

Sofia Serpa

IVB -BTS

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