top of page

La Dad, nuova dimensione di apprendimento

Aggiornamento: 15 feb 2021

Sottotitolo.




Il Covid poteva sicuramente dare inizio ad un periodo rivoluzionario, ad una quarta rivoluzione industriale, alla realizzazione di un’innovazione strutturale del sistema. Ma viviamo in un paese che non sa essere rivoluzionario, che vive spesso di ricorsi storici di restaurazione, che inizia un percorso di rinnovamento e poi torna indietro. Sembriamo quasi già stanchi di ricordare la prima ondata di contagi, le rianimazioni al collasso, le lugubri immagini di tir che trasportavano bare.Non ci sono più i concerti sui balconi. Persiste un maldestro tentativo di tornare al passato, come se nullafosse mai stato, o di pasticciare il futuro. Il Covid è entrato anche nelle aule dove in pochi giorni si è organizzata una rivoluzione attraverso la DAD, acrostico di gusto anglosassone che ha ridotto concetti, processi propri di questa dimensione di apprendimento ad un vuoto tecnicismo. In realtà la DAD non è un tecnicismo,è invece una nuova dimensione di apprendimento, realizzata in una fase emergenziale, che può rivoluzionare la Scuola. È una forma di didattica che avviene senza la presenza degli insegnanti e degli studenti in aula, avvalendosi piuttosto di strumenti online. Il termine si contrappone alla didattica in presenza, che è invece caratterizzata dalla presenza fisica degli studenti e degli insegnanti nelle aule.


la DAD non è un tecnicismo,è invece una nuova dimensione di apprendimento, realizzata in una fase emergenziale, che può rivoluzionare la Scuola.

L’otto marzo del 2020 è stato, per noi studenti, l’inizio di un percorso difficile di isolamento ma anche di una rivoluzione necessaria realizzata da allievi e docenti che hanno saputo mettere da parte ansie e preoccupazioni ed hanno costruito nuove competenze di fronte alle piattaforme didattiche sperimentandone funzioni estrumenti, fino adallora sconosciuti. E la DAD ha funzionato per moltissimi poiché l’insegnamento vero è una missione che usa gli strumentiper continuare a realizzare e comunicare una dimensione umana che diviene continuamente senza perdere la sua identità. Da risorsa emergenziale, essa dovrebbe entrare a pieno titolo nella didattica di tutte le scuole per interazioni culturali e sociali ed in fondo anche ambientali(si pensial risparmio energetico, alle condizioni climatiche avverse etc.) realizzando una rivoluzione epocale. Saremo capaci di accettare e realizzare questa rivoluzione? Noi giovani pensiamo di sì. Il noto psicoanalista Massimo Recalcati ha a tal proposito affermato: “Questa grande crisi generata dalla pandemia non deve essere considerata una interferenza al processo di formazione ma come una sua parte costituente. Quello che dà forma alla vita è il reale del trauma. Compito della Scuola dovrebbe essere quello di integrare questo trauma nella didattica. In che modo? Per esempio mostrando che si può sempre fare qualcosa di generativo con quello che c’è. Testimoniando che il desiderio è più forte della paura, più forte della rassegnazione, più forte della tentazione torbida del vittimismo”.

Francesco Paolo Andriani

IIIABTS

11 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page